Arrestato un altro sospetto per l’omicidio della leggenda dell’hip hop Jam Master Jay

La polizia ha annunciato l’arresto di un terzo sospettato per l’omicidio della leggenda dell’hip-hop Jam Master Jay, divenuto famoso come DJ del primo supergruppo rap, i Run DMC. I procuratori federali di New York hanno recentemente arrestato Jay Bryant, 49 anni, in relazione al tragico omicidio che ha sconvolto il mondo dell’hip hop quando è avvenuto nel 2002. Bryant si aggiunge ad altri due sospettati, Ronald Washington e Karl Jordan, Jr, arrestati originariamente nel 2020. 

Jam Master Jay, nato Jason Mizell, era parte integrante dei Run DMC, senza i quali forse non esisterebbe l’hip hop come lo conosciamo. È impossibile immaginarlo oggi, ma nei primi anni dell’hip hop c’era un enorme pregiudizio nei confronti della musica da parte dei produttori delle stazioni radio e persino in TV, dove i video rap non erano considerati “vera musica”. Per molti versi, i Run DMC sono il gruppo che ha infranto questa barriera, perché sono arrivati nelle strade con un suono e uno stile che non potevano essere ignorati. 

Vestiti di nero, con i dischi prodotti da Rick Rubin (oggi una leggenda), che aggiunse un elemento di chitarra heavy metal allo stile classico delle rime dei Run DMC, i Run DMC esplosero nella scena musicale con successi come “Rock Box” e “My Adidas”. Quando pubblicarono la collaborazione con gli Aerosmith per “Walk this Way“, i Run DMC divennero il primo gruppo rap a entrare nella top 20 di Billboard e a fare il tutto esaurito nelle grandi arene come gruppo principale. Hanno persino avuto un film tutto loro, “Tougher than Leather”.

Anche decenni dopo il loro debutto negli anni ’80, i Run DMC sono stati rispettati universalmente negli ambienti hip hop come uno dei gruppi che hanno reso possibile a LL Cool J, Tupac e altri di passare dalla musica alla recitazione. Hanno anche dato il via al connubio tra hip hop e moda urbana, in quanto il loro look da “b-boy originale”, composto da tute Adidas, scarpe coordinate, cappelli neri e, naturalmente, grosse catene d’oro, è diventato un look che viene copiato ancora oggi. Jam Master Jay era presente a tutto questo.

È stato quindi uno shock enorme scoprire che Jay è stato assassinato nel suo studio di registrazione nella sua città natale, Queens, NY, all’età di 37 anni. Per anni l’omicidio è rimasto irrisolto e sembrava che avrebbe preso la stessa strada di quello di Tupac e Biggie Smalls, entrambi ancora ufficialmente irrisolti. Ma nel 2020, quasi 18 anni dopo, la polizia ha dato una svolta al caso arrestando Karl Jordan Jr. e Ronald Washington

Il terzo sospettato, Jamal Bryant, è stato successivamente identificato grazie alle tracce di DNA lasciate sulla scena del crimine. Ironia della sorte, quando il suo DNA è risultato compatibile con la scena del crimine, Bryant era già in custodia federale per accuse legate alla droga. Si spera che l’imminente processo riveli tutti i fatti e offra giustizia alla famiglia di Jam Master Jay, una leggenda dell’hip hop scomparsa troppo presto. G13 Magazine terrà aggiornati i lettori sull’andamento del processo.

G13 Club is a private social club for medical and recreational cannabis users based in Barcelona. It is also a space for musical and artistic development that promotes a multitude of activities focused on the expression and exhibition of urban, hip hop, reggae and skate culture.

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